All’attenzione della Dott.ssa Roberta Chervesani
Presidente FNOMCeO
SEDE
P.c.
Ai Presidenti degli OMCeO Provinciali
Oggetto: Richiesta di presa di posizione della Presidenza FNOMCeO a tutela dei giovani medici in attesa d’iscrizione al secondo concorso nazionale di accesso alle Scuole di Specializzazione – a.a. 2014/2015
Il Coordinamento Nazionale dei Giovani Medici eletti negli OMCeO Provinciali (www.omceogiovani.it) con la presente intende portare all’attenzione dei vertici dell’organo di rappresentanza della Professione Medica le condizioni di incertezza e continua confusione a cui le Istituzioni che sovraintendono la formazione medica post-lauream costringono i Colleghi in attesa di completare la loro formazione professionale con il titolo di specialista e/o diplomato in Medicina Generale, ad oggi indispensabili per accedere alla maggior parte degli incarichi.
Nello specifico, per quanto riguarda il concorso di accesso alle Scuole di Specializzazione, negli ultimi mesi si sono susseguiti contatti e consulti tra il MIUR, le Associazioni di categoria e le delegazioni spontanee di Giovani Medici, nelle quali il Ministero ha indicato date e fornito rassicurazioni sull’iter di messa in opera del prossimo Concorso Nazionale. Poche delle scadenze promesse e/o comunicate a mezzo di comunicati stampa dal predetto Ministero sono state rispettate.
Il 6 maggio, anche a seguito della manifestazione del 21 aprile organizzata dal Comitato Aspiranti Specializzandi e da altre iniziative di sensibilizzazione ad opera dei giovani colleghi, con un comunicato il MIUR assicurava la pubblicazione del Bando “entro la successiva settimana” aggiungendo che il numero delle contratti sarebbe ammontato a 6.000, a cui aggiungere quelle a finanziamento Regionale, ancora in via di definizione nonostante le precedenti richieste previsionali inviate dall’amministrazione.
Finalmente in data 21 maggio 2015 è uscito il Decreto Ministeriale n°307 il quale regolamenta la ripartizione per area dei contratti di formazione medico specialistica coperti con fondi statali nel quale si parla di “6.000 contratti di cui 1.000 subordinati all’effettiva disponibilità delle risorse conseguente all’approvazione del disegno di legge di assestamento del Bilancio dello Stato per l’Esercizio 2015”, in quanto coperte mediante riduzione di capitoli di spesa dello stato di previsione del MIUR. Dunque, dei 6.000 contratti specificati nel bando, 1.000 sembrerebbero al momento ancora privi di copertura. Riteniamo moralmente scorretta e formalmente equivoca l’opportunità di bandire un numero di posti a finanziamento ancora incerto per cui concorrere.
L’emanazione del bando, seppur tardiva rispetto all’iniziale scadenza del 28 febbraio, è infine giunta il 27 maggio ed è positivo il fatto che il Ministro Giannini si sia impegnata per voler rimanere nei tempi di un concorso che sarà quindi effettivamente espletato entro Luglio 2015.
Non si può tuttavia tollerare il disagio creato da un ritardo di emanazione di tre mesi e dalle difficoltà nel reperire i fondi per i contratti: crediamo dunque che il concorso richieda prioritariamente la messa in atto di una seria programmazione, raggiungibile attraverso una contrattazione vincolante e pluriennale tra Regioni e Ministeri competenti.
Non secondariamente siamo preoccupati della mancanza d’informazioni circa le modalità organizzative che saranno messe in atto per gestire questo secondo concorso nazionale, in particolare dopo le discutibili scelte da attribuire al MIUR in merito alla caotica e dispersiva gestione dello scorso anno a fronte delle proposte e richieste avanzate dalle principali Associazioni di rappresentanza dei giovani medici, unite nel chiedere maggiori controlli e trasparenza.
Infine, è di cruciale importanza che il Ministero guidi attraverso direttive stringenti l’operato organizzativo delle singole università: garantire impeccabili livelli di standardizzazione e vigilanza è conditio sine qua non per rispettare i principi del concorso nazionale e tutelare il futuro di migliaia di giovani medici.
Dobbiamo inoltre spendere una nota di rammarico nei confronti dell’atteggiamento di alcune Regioni: nonostante la formazione di specialisti e medici di medicina generale sia rivolta essenzialmente a soddisfare il fabbisogno richiesto dalle Regioni stesse (annualmente corrispondente a circa 8.000 unità) il numero complessivo di contratti aggiuntivi regionali per questo concorso è stato di appena 354 unità. Di questi, molti saranno vincolati a criteri, quali la residenza o la sede di studi, che creeranno diseguaglianza e conflittualità tra i candidati in palese conflitto con lo spirito di un concorso di accesso gestito su base nazionale.
Vieppiù che questo contingente, ben al di sotto rispetto agli stanziamenti dei precedenti anni, si pone peraltro nettamente in contrasto con la politica adottata quest’anno dal Ministero per aumentare i contratti ministeriali fino alle 5.000 + 1.000 unità. Proprio in un momento come questo sarebbe stato auspicabile uno sforzo univoco e coordinato, a livello ministeriale e regionale, che avrebbe potuto portare a ottenere numeri mai raggiunti. Al contrario, Regioni che in passato avevano sempre destinato un capitolo di spesa allo stanziamento di contratti per la formazione medica specialistica non hanno stanziato alcun contratto.
A tal proposito non possiamo esimerci dall’esprimere preoccupazione nel constatare che ancora non sia stata fatta sufficiente chiarezza sul futuro del Ddl delega ex art. 22 del Patto per la Salute di cui differenti versioni sono circolate a mezzo stampa negli ultimi mesi creando confusione sul futuro della formazione post laurea di area sanitaria. Difatti, se la creazione di reti formative su base regionale o macro regionale che mettano assieme il meglio di Università e SSN (nella duplice declinazione ospedaliera e territoriale) sia una soluzione auspicabile cui tendere, al contrario l’idea di creare un doppio binario formativo con l’istituzione di scuole regionali, che opererebbero attraverso l’assunzione di neo abilitati con contratto da comparto da parte dei singoli Servizi Sanitari Regionali, non sembra una soluzione idonea a garantire la qualità della formazione né tantomeno un futuro lavorativo consono per i futuri specialisti che diventerebbero ridondanti all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.
Con la presente CHIEDIAMO che la FNOMCeO, attraverso ogni mezzo e strumento utile in tal senso, possa farsi carico delle nostre osservazioni, nella speranza di poter rispondere alle pressanti richieste che arrivano dai medici aspiranti specializzandi.
Il Coordinamento Nazionale Giovani Medici eletti negli OMCeO Provinciali